Nel mondo della logistica e dei trasporti industriali, la sicurezza nelle fasi di carico e scarico rappresenta uno degli aspetti più critici per la prevenzione degli infortuni. Spesso, un errore apparentemente secondario – come un urto, una manovra non controllata o un controllo trascurato – può innescare conseguenze gravi e irreversibili. Gli incidenti analizzati in questo numero della nostra rubrica evidenziano come la mancata verifica della stabilità del carico e l’adozione di comportamenti impulsivi possano trasformare un’operazione di routine in un evento traumatico.
Il primo caso: un carico instabile dopo un urto
Un autista, giunto presso lo stabilimento per effettuare la consegna di barre metalliche lunghe sei metri, urta accidentalmente un dislivello stradale nei pressi dell’ingresso aziendale. L’impatto provoca il danneggiamento di un pneumatico e, senza ulteriori accertamenti, l’autocarro viene parcheggiato nel piazzale per lo scarico. Durante l’apertura delle sponde laterali, uno dei pacchi di barre si sbilancia e precipita, colpendo la gamba dell’autista.
L’indagine sull’accaduto ha evidenziato due elementi determinanti: l’assenza di verifica sulla tenuta del carico dopo l’urto e la posizione precaria delle barre, che si erano spostate a seguito dell’impatto iniziale. Il punto critico? Il carico non era più nella condizione in cui era stato fissato alla partenza, ma il lavoratore non ne ha verificato la nuova stabilità.
Il secondo episodio: ribaltamento del mezzo e scelta istintiva
In un altro contesto, un autotrasportatore sta movimentando sfridi metallici all’interno di un’area aziendale. Durante lo scarico con cassone ribaltabile, il mezzo si sbilancia sul lato destro e inizia a inclinarsi pericolosamente. Il conducente, in preda al panico, decide di abbandonare la cabina gettandosi dal finestrino. L’impatto a terra provoca un trauma cranico con gravi conseguenze.
Le verifiche tecniche hanno escluso difetti meccanici. A determinare il ribaltamento è stato il terreno non perfettamente livellato, che ha influito sulla stabilità del mezzo in fase di sollevamento del cassone. L’errore umano è risultato duplice: l’attivazione del ribaltabile in condizione non idonea e la scelta impulsiva di uscire dal mezzo in movimento, contravvenendo alle procedure di sicurezza.
Lezioni apprese e indicazioni operative
Entrambi i casi evidenziano come i comportamenti individuali, uniti a condizioni ambientali o tecniche sfavorevoli, possano compromettere gravemente la sicurezza. La prevenzione parte da una consapevolezza tecnica e procedurale che non può mai essere data per scontata.
È essenziale che chi opera con autocarri, soprattutto nei cantieri e nei piazzali industriali, adotti una serie di comportamenti preventivi fondamentali, tra cui:
- Controllare la stabilità del carico dopo urti, frenate improvvise o condizioni anomale durante il trasporto.
- Evitare manovre con mezzi ribaltabili su superfici inclinate o instabili.
- Rimanere all’interno della cabina in caso di pericolo, a meno che non sia prevista una procedura diversa, perché la cabina resta comunque la zona più protetta.
- Richiedere supporto visivo da personale a terra quando la visibilità è ridotta o le condizioni di lavoro lo richiedono.
- Verificare il corretto fissaggio del carico prima di ogni operazione di scarico.
Conclusione: la sicurezza non è mai un automatismo
Le dinamiche descritte dimostrano che ogni incidente è frutto di una concatenazione di scelte e condizioni, spesso evitabili. Imparare dagli errori – propri o altrui – significa introdurre una cultura del controllo, della verifica e della prudenza anche nelle attività più routinarie.
In definitiva, ogni manovra deve essere preceduta da una valutazione attenta, ogni carico verificato con senso critico, ogni decisione operativa presa con lucidità. La sicurezza non è mai garantita automaticamente: va costruita e confermata, giorno dopo giorno, azione dopo azione.

