LAVORO NOTTURNO E SICUREZZA: UN RISCHIO ANCORA TROPPO SOTTOVALUTATO

Il lavoro notturno è una realtà per milioni di lavoratori in Italia. Infermieri, addetti alla vigilanza, operatori della logistica, tecnici industriali: tutti impegnati in orari non convenzionali, spesso in condizioni di maggiore vulnerabilità e con ritmi che mettono a dura prova la lucidità mentale e fisica.

Secondo l’ultimo studio INAIL, nel 2022 si sono registrati 18.054 infortuni avvenuti tra la mezzanotte e le 6 del mattino, pari al 2,8% del totale nazionale. Ancora più preoccupante è il dato relativo alla mortalità: il 7,7% degli infortuni notturni ha avuto esito fatale, un’incidenza quasi doppia rispetto alla media complessiva.

Il quadro normativo di riferimento

Il lavoro notturno è disciplinato dal D.Lgs. 66/2003, che ne definisce limiti, tutele e obblighi in capo al datore di lavoro:

  • È considerato lavoratore notturno chi presta almeno tre ore del proprio orario quotidiano o parte significativa dell’orario annuale tra le 24:00 e le 5:00.
  • La durata del lavoro notturno non può superare le 8 ore medie ogni 24 ore (Art. 13).
  • È previsto l’obbligo di visita medica preventiva e periodica per i lavoratori notturni, oltre a misure di tutela in caso di idoneità parziale o non idoneità.

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Il Testo Unico sulla Sicurezza (D.Lgs. 81/2008), all’articolo 17, impone al datore di lavoro l’obbligo di valutare tutti i rischi correlati al lavoro, inclusi quelli psico-fisici connessi ai turni prolungati e al lavoro notturno, in un’ottica di prevenzione e protezione.

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Cosa dice la giurisprudenza

Alcune sentenze recenti rafforzano l’obbligo delle imprese di adottare misure specifiche per tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori notturni:

  • Cass. Civ., Sez. Lav., Sentenza n. 11034/2018
    Ha riconosciuto la responsabilità del datore di lavoro per un infortunio occorso durante un turno notturno, in quanto l’organizzazione dei turni e l’assenza di pause adeguate avevano compromesso le condizioni psico-fisiche del dipendente.
  • Cass. Pen., Sez. IV, Sentenza n. 24689/2017
    Il datore di lavoro è stato ritenuto colpevole per lesioni colpose per non aver considerato i rischi aggiuntivi connessi all’orario di lavoro durante la valutazione dei rischi, obbligatoria ai sensi dell’art. 28 del D.Lgs. 81/2008.

Prevenzione: un dovere morale e legale

I lavoratori notturni affrontano sfide specifiche: affaticamento, cali di attenzione, alterazioni del ciclo sonno-veglia. È compito del datore di lavoro identificare i rischi correlati all’organizzazione dei turni, programmare la rotazione e garantire momenti di riposo effettivo.

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  • Redazione e aggiornamento del DVR (Documento di Valutazione dei Rischi)
  • Formazione mirata per i lavoratori a turno
  • Consulenza su orari di lavoro, pause e turnazioni
  • Controlli sanitari periodici tramite medico competente

Conclusione

Il lavoro notturno continuerà a rappresentare una necessità per molti settori, ma non può essere affrontato con superficialità. Solo una corretta applicazione delle norme, una valutazione dei rischi accurata e una formazione adeguata possono ridurre davvero il numero di infortuni.

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A cura di Safety Business – Esperti in sicurezza sul lavoro da oltre 20 anni