Con il DPR 1124/1965, che ha disciplinato il funzionamento dell’INAIL, è stato previsto un sistema assicurativo che tutela il lavoratore che contrae una malattia professionale. In particolare, l’art. 3 stabilisce che sono coperte dall’INAIL le malattie professionali comprese nelle tabelle inserite negli allegati 4 e 5 che sono stati aggiornati fino all’intervento del D.M. 9 aprile 2008.
Queste tabelle riportano 85 categorie di malattie per il settore dell’industria e altre 24 per il settore agricolo, che si presumono dovute all’attività lavorativa e quindi vengono ricomprese nella copertura assicurativa. Si tratta delle c.d. malattie tabellate, appunto perché inserite nelle tabelle richiamate dalla legge.
In altre parole, quando al lavoratore viene diagnosticata una di queste malattie deve soltanto dimostrare di essere stato adibito ad una lavorazione collegata a quella specifica malattia per potere ottenere l’indennizzo dall’INAIL.
Il lavoratore, tuttavia, può ammalarsi anche di altre malattie, non indicate nelle tabelle, causate però sempre da fattori presenti nel luogo di lavoro.
In questa ipotesi, per poter ottenere le prestazioni INAIL, il lavoratore dovrà dimostrare che la malattia (non compresa nelle tabelle) è stata causata dal lavoro svolto. In termini tecnici si dice che il lavoratore ha l’obbligo della prova del nesso causale tra malattia e condizioni di lavoro. Si parla in questi casi di malattie professionali non tabellate.