LA RESPONSABILITÀ DEL DATORE DI LAVORO È LIMITATA SE INTERVIENE UN CONSULENTE

La sicurezza sul lavoro è un tema cruciale che coinvolge tanto i lavoratori quanto i datori di lavoro. La normativa italiana attribuisce al datore di lavoro la responsabilità primaria nella prevenzione degli infortuni e nella tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori. Tuttavia, un’interessante sentenza della Corte di Cassazione (n. 22628 del 10 giugno 2022) ha chiarito che tale responsabilità può essere limitata in presenza dell’intervento di un consulente qualificato.

Il ruolo del datore di lavoro nella sicurezza

Secondo il Decreto Legislativo 81/2008 (Testo Unico sulla Sicurezza sul Lavoro), il datore di lavoro è obbligato a garantire un ambiente lavorativo sicuro e salubre. Ciò include:

  • L’individuazione e la valutazione dei rischi.
  • L’adozione di misure preventive e protettive adeguate.
  • La formazione e l’informazione dei lavoratori.
  • La nomina di figure competenti come il Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP) e il Medico Competente.

La delega di alcune responsabilità a consulenti esterni è una pratica diffusa, soprattutto in contesti complessi, dove le competenze tecniche richieste superano quelle interne all’azienda. Tuttavia, resta il dubbio su quanto questa delega possa influire sulla responsabilità diretta del datore di lavoro.

La sentenza n. 22628 della Corte di Cassazione

Con la sentenza n. 22628 depositata il 10 giugno 2022, la Corte di Cassazione ha stabilito un principio importante: il datore di lavoro non può essere ritenuto automaticamente responsabile per un incidente sul lavoro se ha affidato compiti specifici a un consulente esterno qualificato e ha verificato che questi operi in conformità alle normative vigenti.

Il caso concreto

Nel caso analizzato dalla Corte, un lavoratore aveva subito un grave infortunio in un cantiere edile. Il datore di lavoro aveva affidato la gestione della sicurezza a un consulente esperto, incaricandolo della valutazione dei rischi e della supervisione delle attività lavorative. Nonostante queste misure, si era verificato un incidente dovuto a un errore tecnico nella predisposizione delle misure di sicurezza.

Il giudice di primo grado aveva condannato il datore di lavoro per omessa vigilanza, sostenendo che la responsabilità non fosse delegabile. Tuttavia, la Cassazione ha ribaltato la decisione, affermando che:

  • Il datore di lavoro aveva adempiuto ai propri obblighi nominando un consulente qualificato e verificandone l’operato.
  • La responsabilità dell’incidente era imputabile esclusivamente al consulente, che aveva commesso un errore tecnico nell’applicazione delle misure di sicurezza.

I principi stabiliti dalla Corte

La sentenza ha evidenziato alcuni principi fondamentali:

  1. La responsabilità diretta del datore di lavoro è limitata se quest’ultimo si avvale di consulenti qualificati e dimostra di aver esercitato un controllo adeguato sul loro operato.
  2. L’errore del consulente non è imputabile al datore di lavoro se il consulente agisce autonomamente e in violazione delle norme tecniche o delle procedure previste.
  3. La nomina di figure competenti è un atto di diligenza che dimostra la volontà del datore di lavoro di prevenire rischi e tutelare la sicurezza.

Implicazioni pratiche per le aziende

La sentenza n. 22628 rappresenta un importante chiarimento per i datori di lavoro, ma al tempo stesso richiede attenzione. Affidarsi a un consulente non significa abdicare completamente alle proprie responsabilità. Per limitare i rischi di responsabilità, è necessario:

  • Verificare le qualifiche del consulente.
  • Stipulare contratti chiari che definiscano compiti e responsabilità.
  • Monitorare regolarmente l’operato del consulente.
  • Garantire che i lavoratori siano comunque formati e informati sui rischi.

Conclusioni

La sicurezza sul lavoro è un diritto fondamentale che richiede la collaborazione di tutte le parti coinvolte. La sentenza n. 22628 della Corte di Cassazione offre un’importante prospettiva sulla ripartizione delle responsabilità, sottolineando come l’intervento di un consulente possa limitare la responsabilità del datore di lavoro, a patto che siano rispettate tutte le condizioni di diligenza.

Tuttavia, questa sentenza non deve essere interpretata come un alibi per ridurre l’impegno nella sicurezza. Al contrario, deve stimolare una maggiore attenzione nella scelta dei consulenti e nel controllo delle loro attività, per garantire che ogni luogo di lavoro sia sicuro e conforme alle normative. In definitiva, prevenire è sempre meglio che dover affrontare le conseguenze di un incidente.