PAGINA ECO: LE MICROPLASTICHE RIDUCONO LA CAPACITÀ DELL’OCEANO DI SEQUESTRARE CO2

Introduzione

Le microplastiche rappresentano una delle minacce ambientali più insidiose per gli ecosistemi marini. Queste minuscole particelle di plastica, con dimensioni inferiori a 5 millimetri, derivano dalla degradazione di prodotti plastici più grandi e da microperline presenti in prodotti cosmetici e di cura personale. Recenti studi hanno evidenziato che le microplastiche non solo danneggiano la fauna marina, ma influiscono anche sulla capacità dell’oceano di sequestrare anidride carbonica (CO2), un processo cruciale per la regolazione del clima globale.

L’Impatto delle Microplastiche sul Sequestro di CO2

Il sequestro di CO2 negli oceani avviene principalmente attraverso due processi: la pompa biologica e la pompa fisica. La pompa biologica coinvolge organismi fotosintetici, come il fitoplancton, che assorbono CO2 durante la fotosintesi e, attraverso la catena alimentare, contribuiscono alla sedimentazione del carbonio negli strati più profondi dell’oceano. Le microplastiche possono interferire con questo processo in vari modi:

Danno al Fitoplancton: Le microplastiche possono essere ingerite dal fitoplancton, compromettendo la loro salute e riducendo la loro capacità di fotosintesi.

Alterazione della Catena Alimentare: Gli organismi marini che si nutrono di fitoplancton possono ingerire microplastiche, accumulandole nei loro corpi e influenzando negativamente la loro crescita e riproduzione.

Interferenza con la Sedimentazione: Le microplastiche possono legarsi a particelle organiche, alterando il processo di sedimentazione del carbonio e riducendo l’efficacia del trasporto di CO2 verso le profondità oceaniche.

Normative e Iniziative Mondiali

La crescente consapevolezza dell’impatto delle microplastiche ha portato all’adozione di varie normative e iniziative a livello globale per ridurne la diffusione e mitigarne gli effetti:

Convenzione di Londra: Questo trattato internazionale, adottato nel 1972, mira a prevenire l’inquinamento marino causato dallo scarico di rifiuti. Sebbene inizialmente focalizzato su rifiuti più grandi, recenti emendamenti includono specifiche disposizioni contro le microplastiche.

Regolamento dell’Unione Europea: L’UE ha adottato misure significative, come la direttiva sulla plastica monouso, che vieta alcuni prodotti in plastica e introduce requisiti di etichettatura per ridurre l’uso di plastica e promuovere alternative sostenibili.

Nazioni Unite: L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha approvato risoluzioni volte a contrastare l’inquinamento da plastica, promuovendo la cooperazione internazionale e la ricerca per comprendere meglio e combattere il problema delle microplastiche.

Microbead-Free Waters Act: Negli Stati Uniti, questo atto, approvato nel 2015, vieta la produzione e la vendita di prodotti cosmetici contenenti microperline di plastica.

Conclusioni

Le microplastiche rappresentano una minaccia significativa per la salute degli oceani e per la capacità degli stessi di sequestrare CO2, un processo vitale per la regolazione del clima globale. Sebbene siano state adottate diverse normative a livello mondiale per affrontare il problema, è evidente che è necessario un impegno continuo e coordinato per ridurre l’inquinamento da microplastiche e mitigare i suoi effetti.

L’adozione di alternative sostenibili alla plastica, l’implementazione di strategie di gestione dei rifiuti più efficaci e la promozione di una maggiore consapevolezza pubblica sono passi essenziali per proteggere i nostri oceani e garantire un futuro sostenibile. Solo attraverso una cooperazione globale e un approccio integrato sarà possibile ridurre l’impatto delle microplastiche e preservare la capacità degli oceani di fungere da fondamentale pozzo di carbonio.