Le tecnologie immersive stanno rapidamente ridefinendo i contorni del lavoro moderno. Realtà virtuale (VR), realtà aumentata (AR), realtà estesa (XR) e metaverso non sono più concetti relegati al mondo dell’intrattenimento, ma strumenti concreti utilizzati in numerosi ambiti professionali. Dalla formazione alla manutenzione industriale, dalla collaborazione tra team remoti alla visualizzazione interattiva dei dati, queste soluzioni offrono potenzialità straordinarie. Ma il progresso tecnologico solleva anche interrogativi legittimi: queste tecnologie sono davvero sicure per i lavoratori?
Applicazioni in forte espansione
Negli ultimi anni, molte aziende hanno integrato dispositivi VR/AR nelle attività quotidiane per: Formazione in sicurezza: simulazioni realistiche di scenari pericolosi, senza esporre il lavoratore a rischi reali. Teleassistenza e manutenzione remota: tecnici esperti possono supportare da remoto gli operatori sul campo, visualizzando l’ambiente operativo in tempo reale.
Design e progettazione collaborativa: team in luoghi diversi possono interagire con prototipi virtuali in spazi condivisi.
Riunioni nel metaverso: uffici virtuali in 3D permettono interazioni più coinvolgenti rispetto alle classiche videoconferenze.
Questi strumenti migliorano l’efficienza e riducono costi di spostamento, ma è necessario affrontare seriamente gli aspetti legati alla salute e sicurezza.
Rischi emergenti per la salute e sicurezza sul lavoro (SSL)
L’impiego di queste tecnologie comporta rischi ancora poco esplorati, che variano a seconda della durata dell’esposizione e dell’ambiente di lavoro:
Affaticamento visivo e cognitivo: l’uso prolungato dei visori può causare nausea, mal di testa, disorientamento, riduzione dell’attenzione e discomfort visivo.
Isolamento sensoriale e infortuni fisici: muoversi in ambienti virtuali può far perdere il contatto con lo spazio fisico reale, aumentando il rischio di cadute, urti o collisioni.
Ergonomia e postura: la permanenza in posizioni fisse o l’uso non corretto di dispositivi può portare a disturbi muscolo-scheletrici, soprattutto in assenza di supporti ergonomici.
Cybersecurity e privacy: i visori e i sistemi XR raccolgono una grande quantità di dati biometrici e comportamentali. Una gestione inadeguata espone i lavoratori a rischi legati alla violazione della privacy.
Stress e carico mentale: la continua immersione in ambienti virtuali può alterare la percezione del tempo e aumentare il carico cognitivo, specialmente in contesti lavorativi ad alta intensità.
Le sfide della normativa
Le attuali normative in materia di salute e sicurezza sul lavoro non includono ancora riferimenti espliciti all’uso della realtà virtuale o aumentata. Questo rappresenta un vuoto normativo che rischia di lasciare lavoratori e datori di lavoro privi di linee guida chiare. Le istituzioni europee stanno avviando studi e consultazioni per aggiornare i regolamenti, ma nel frattempo è fondamentale che le aziende adottino misure di prevenzione basate sul principio di precauzione.
Come proteggere i lavoratori?
In attesa di una cornice regolatoria più solida, le organizzazioni possono adottare alcune buone pratiche:
Valutazione dei rischi specifici: includere l’uso di tecnologie immersive nei documenti di valutazione dei rischi aziendali.
Sessioni di lavoro brevi: limitare la durata delle attività in VR/AR per ridurre affaticamento e disorientamento.
Formazione dedicata: istruire i lavoratori su come utilizzare correttamente i dispositivi, gestire l’ambiente circostante e segnalare eventuali sintomi.
Manutenzione e aggiornamento dei sistemi: garantire che i dispositivi siano sempre aggiornati, igienizzati e adeguatamente calibrati.
Spazi sicuri per l’uso: predisporre aree delimitate, senza ostacoli, dove utilizzare i visori in sicurezza.
Tecnologia e tutela possono coesistere
L’adozione di tecnologie immersive nel mondo del lavoro può offrire enormi vantaggi, ma solo se accompagnata da una gestione attenta dei rischi. È necessario un impegno congiunto di imprese, istituzioni e tecnici della sicurezza per costruire un futuro digitale che sia davvero a misura di persona.

